I dodici Vangeli della Passione di nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo

Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto» .

ultima cena1

Giovanni 13, 31-38; 14-18, 1

Il Signore ha detto ai suoi discepoli: "Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà in sé e lo glorificherà subito. Figliolini, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, ora lo dico voi: dove vado io voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri". Simon Pietro gli dice: "Signore, dove vai?" Gli rispose Gesù: "Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi". Pietro disse: "Signore, perché non posso seguirti ora? Metterò la mia vita per te!" Rispose Gesù: "Porrai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte.

Non sia turbato il vostro cuore. Credete in Dio e credete anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. Voi sapete dove io vado e voi ne conoscete la via". Gli dice Tommaso: "Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?" Gli dice Gesù: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete visto". Gli dice Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". Gli risponde Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che Io Sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: Io Sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre: lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi conoscerete che Io Sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui". Gli dice Giuda, non l'Iscariota: "Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?" Rispose Gesù e gli disse: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Queste cose vi ho detto mentre rimango presso di voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre invierà nel mio nome, vi insegnerà tutto e vi farà ricordare tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e torno da voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado presso il Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe di questo mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quel che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui. Io sono la vite, quella vera, e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo purifica perché porti più frutto. Voi siete già puri, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osservate i miei comandamenti, rimanete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamò più servi, perché il servo non sa cosa fa il suo padrone; vi ho chiamati amici perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio ve l'ho fatto conoscere. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti affinché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga, affinché qualunque cosa chiediate al Padre nel mio nome, ve la dia. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri. Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordate la parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono chi mi ha inviato. Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato. Chi odia me, odia anche il Padre mio. Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro mai ha fatto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. Questo perché si adempisse la parola scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione. Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli testimonierà per me; e anche voi testimoniate, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non siate scandalizzati. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma io vi ho detto queste cose perché, quando verrà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato. Non ve l'ho dette dal principio, perché ero con voi. Ora però vado da chi mi ha inviato e nessuno di voi mi chiede: Dove vai? Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo invierò. E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non potete portarle. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera. Egli infatti non parlerà da se stesso, ma dirà tutto quel che avrà udito e vi annuncerà le cose che avvengono. Egli mi glorificherà, perché prenderà dal mio e lo annuncerà a voi. Ancora un poco e non mi vedrete; un po' ancora e mi vedrete perché vado al Padre". Dissero allora alcuni dei suoi discepoli tra loro: "Che cos'è questo che ci dice: Ancora un poco e non mi vedrete, e un po' ancora e mi vedrete, e questo: Perché vado al Padre?" Dicevano perciò: "Che cos'è mai questo "un poco" di cui parla? Non comprendiamo quel che vuol dire". Gesù conobbe che volevano interrogarlo e disse loro: "Andate indagando tra voi perché ho detto: Ancora un poco e non mi vedrete e un po' ancora e mi vedrete? In verità, in verità vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha partorito il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che nel mondo è nato un uomo. Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia. In quel giorno non mi domanderete più nulla. In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose vi ho dette in similitudini; ma viene l'ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre". Gli dicono i suoi discepoli: "Ecco, adesso parli chiaramente e non fai più uso di similitudini. Ora conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio". Rispose loro Gesù: "Adesso credete? Ecco, viene l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazioni; ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!" Queste cose disse Gesù e, alzati gli occhi al cielo, disse: "Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere vivente, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e hanno conosciuto veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te, Padre santo: custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano uno solo, come noi. Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in loro la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non ti chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo: connsacrali nella verità; la tua parola è verità. Come tu mi hai inviato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo. Per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità. Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano uno solo. Come tu, Padre, sei in me e io in te, anch'essi uno siano in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi uno. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti in uno e il mondo conosca che tu mi hai inviato e li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro". Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Kedhron dove c'era un orto, e lì entrò con i suoi discepoli.

 

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Giovanni 18, 1-28

In quel tempo Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là del torrente Kedhron, dove c'era un un orto, e lì entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché molte volte Gesù si era riunito là con i suoi discepoli. Giuda dunque, presa la coorte e le guardie dei sommi sacerdoti e dei farisei, viene là con lanterne, torce e armi. Gesù allora, sapendo tutto quel che veniva su di lui, uscì e dice loro: "Chi cercate?" Gli risposero: "Gesù, il Nazoreo". Disse loro Gesù: "Io Sono!" Vi era là con loro anche Giuda a consegnarlo. Appena disse: "Io Sono", indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: "Chi cercate?" Risposero: "Gesù, il Nazoreo". Rispose Gesù: "Vi ho detto: Io Sono! Se dunque cercate me, lasciate andare questi". Perché si adempisse la parola che egli aveva detto: "Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato". Allora Simon Pietro, che aveva il coltello, lo tirò fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malcho. Gesù allora disse a Pietro: "Metti il coltello a posto; non berrò il calice che il Padre mi ha dato?" Allora la coorte, il comandante e le guardie dei Giudei presero Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Kaiafa, che era sommo sacerdote per quell'anno. Kaiafa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: "Conviene che un uomo solo muoia per il popolo". Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme all'altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote; Pietro invece stava fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, entrò e parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la serva portinaia disse a Pietro: "Non sei anche tu tra i discepoli di quell'uomo?" Egli rispose: "Non lo sono". Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava. Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gesù gli rispose: "Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla in segreto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto". Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: "Così rispondi al sommo sacerdote? Gli rispose Gesù: Se ho parlato male, testimonia del male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?" Allora Anna lo mandò legato al sommo sacerdote Kaiafa. Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: "Non sei anche tu dei suoi discepoli?" Egli lo negò e disse: "Non lo sono". Ma un servo del sommo sacerdote, che era parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: "Forse non ti ho visto con lui nell'orto?" Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò. Allora condussero Gesù dalla casa di Kaiafa al pretorio. Era l'alba ed essi non entrarono nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la pasqua.

 

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matteo apost

Matteo 26, 57-75

In quel tempo presero Gesù e lo condussero dal sommo sacerdote Kaiafa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro lo seguiva da lontano fino al cortile del sommo sacerdote e, entrato dentro, se ne stava seduto tra i servi, per vedere la fine. I sommi sacerdoti, gli anziani e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente si fecero avanti due che affermarono: "Costui ha detto: Posso distruggere il tempio di Dio e riedificarlo in tre giorni". E il sommo sacerdote, alzatosi, gli disse: "Nulla rispondi a quanto costoro attestano contro di te?" Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: "Ti scongiuro per il Dio vivente: di' a noi se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio". Gesù gli dice: "Tu l'hai detto. Anzi io vi dico: d'ora in poi vedrete il Figlio dell'uomo seduto a destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo". Allora il sommo sacerdoti si stracciò le vesti esclamando: "Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia. Che ve ne pare?" Essi allora risposero dicendo: "E' reo di morte". Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; alcuni poi lo bastonarono dicendo: "Profetizza a noi, Cristo; chi ti ha colpito?" Pietro sedeva fuori nel cortile, e si avvicinò a lui una serva a dire: "Anche tu eri con Gesù il Galileo!" Ma egli negò davanti a tutti, dicendo: "Non so cosa dici". Essendo uscito nell'atrio, lo vide un'altra serva e dice a quelli che erano lì: "Costui era con Gesù il Nazoreo". E di nuovo negò con giuramento: "Non conosco l'uomo". Dopo un poco, si avvicinarono i presenti e dissero a Pietro: "E' vero, anche tu sei dei loro: infatti anche la tua parlata ti fa scoprire". Allora cominciò a imprecare e giurare: "Non conosco l'uomo". E subito il gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù aveva detto: "Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte". E uscito fuori, pianse amaramente.

 

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giovanni apostolo3

Giovanni 18, 28-40; 19, 1-16

In quel tempo condussero Gesù da Kaiafa al pretorio. Era mattino presto ed essi non entrarono nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la pasqua. Per questo Pilato uscì fuori da loro e dice: "Che accusa portate contro quest'uomo?" Risposero dicendogli: "Se costui non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato". Allora Pilato disse loro: "Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!" Gli risposero i Giudei: "A noi non è permesso uccidere nessuno". Così si adempiva la parola che disse Gesù, indicando di quale morte stava per morire. Pilato allora uscì di nuovo nel pretorio, chiamò Gesù e gli disse: "Tu sei il re dei Giudei?" Gesù rispose: "Dici questo da te stesso oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?" Pilato rispose: "Forse che io sono Giudeo? La tua nazione e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; cosa hai fatto?" Rispose Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, le mie guardie avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ora il mio regno non è di qui". Allora Pilato gli disse: "Dunque tu sei re?" Rispose Gesù: "Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per testimoniare la verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce". Gli dice Pilato: "Che cos'è la verità?" E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e dice loro: "Io non trovo in lui nessuna colpa. Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la pasqua: volete dunque che vi liberi il re dei Giudei?" Allora essi gridarono di nuovo: "Non costui, ma Barabba!" Barabba era un brigante. Allora Pilato prese Gesù e lo flagellò. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; e gli dicevano: "Salve, re dei Giudei!" E gli davano schiaffi. Pilato intanto uscì di nuovo e dice loro: "Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa". Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato dice loro: "Ecco l'uomo!" Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono, dicendo: "Crocifiggi! Crocifiggi!" Dice loro Pilato: "Prendetelo voi e crocifiggete; io infatti non trovo colpa in lui". Gli risposero i Giudei: "Noi abbiamo la Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio". Quando udì questa parola, Pilato ebbe ancor più paura ed entrato di nuovo nel pretorio dice a Gesù: "Di dove sei?" Ma Gesù non gli diede risposta. Gli dice allora Pilato: "Non mi parli? Non sai che ho potere di liberarti e potere di metterti in croce?" Gli rispose Gesù: "Non avresti alcun potere su di me se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande". Da questo momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: "Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si oppone a Cesare!" Udite queste parole, Pilato condusse fuori Gesù e sedette sul podio, nel luogo chiamato Lithostroto, in ebraico Gavvathà. Era la parasceve di pasqua, verso l'ora sesta. Pilato dice ai Giudei: "Ecco il vostro re!" Ma quelli gridarono: "Togli! Togli! Crocifiggilo!" Dice loro Pilato: "Metterò in croce il vostro re?" Risposero i sommi sacerdoti: "Non abbiamo re se non Cesare!" Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

 

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Mattheos Apostolos250

Matteo 27, 3-32

In quel tempo, quando Giuda che lo aveva consegnato vide che Gesù era stato condannato, cambiò idea e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani, dicendo: "Ho peccato, ho consegnato sangue innocente!" Essi allora gli dissero: "Che importa a noi? Tu vedrai!" Egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. I sommi sacerdoti, prese le monete d'argento, dissero: "Non è permesso metterle nel tesoro, poiché è prezzo di sangue". Quindi decisero in Consiglio di comprare con esse il Campo del Vasaio, per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo si chiama fino a oggi "Campo del Sangue". Allora si adempì quanto fu annunciato dal profeta Geremia: Presero le trenta monete d'argento, il prezzo del venduto che hanno mercanteggiato i figli d'Israele, e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore. Poi Gesù comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: "Sei tu il re dei Giudei?" E Gesù: "Tu lo dici!" E mentre i sommi sacerdoti e gli anziani lo accusavano, egli non rispondeva nulla. Allora Pilato gli dice: "Non senti quante cose attestano contro di te?" Ma non gli rispose neppure una sola parola, con grande meraviglia del governatore. In occasione della festa, il governatore era solito rilasciare alla folla un prigioniero, quello che volevano. Avevano allora un prigioniero famoso, chiamato Gesù Barabba. Mentre essi erano radunati, Pilato disse loro: "Chi volete che vi rilasci, Gesù detto Barabba oppure Gesù detto Cristo?" Sapeva infatti che per invidia l'avevano consegnato. Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie mandò a dirgli: "Nulla vi sia tra te e quel giusto, poiché oggi ho molto sofferto in sogno a causa sua". Ma i sommi sacerdoti e gli anziani convinsero la folla a chiedere Barabba e la morte di Gesù. Il governatore prese dunque la parola e domandò: "Chi dei due volete che vi rilasci?" Essi risposero: "Barabba!" E Pilato dice loro: "Che faccio allora del Gesù chiamato Cristo?" Tutti dicono: "Sia crocifisso!" Ed egli disse: "Ma che male ha fatto?" Ed essi gridavano più forte, dicendo: "Sia crocifisso!" Pilato, visto che non otteneva nulla e che il tumulto diventava più grande, prese dell'acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: "Io sono innocente del sangue di costui. Voi vedrete!" E tutto il popolo rispose e disse: "Il suo sangue sia su di noi e sui nostri figli". Allora liberò per loro Barabba e, avendo fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Quindi i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e riunirono contro di lui tutta la coorte. Lo spogliarono, lo avvolsero in un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero in testa, e una canna nella sua destra; si inginocchiavano davanti a lui e si prendevano gioco di lui, dicendo: "Salve, re dei Giudei!" E gli sputavano addosso; presero la canna e lo percuotevano sulla testa. E dopo averlo sbeffeggiato, lo spogliarono del manto e lo rivestirono delle sue vesti, e lo condussero via per essere crocifisso. Uscendo, trovarono un uomo di Cirene, di nome Simone, e lo costrinsero a portare la croce.

 

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marco apost 1Marco 15, 16-32

In quel tempo i soldati condussero Gesù dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo vestono e lo avvolgono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela pongono in testa. Cominciarono poi a salutarlo: "Salve, re dei Giudei!" E gli percuotevano la testa con una canna, gli sputavano e, piegando le ginocchia, lo adoravano. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e lo rivestirono con le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. E costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, perché portasse la croce di lui. Lo portarono dunque al luogo del Gòlgotha, che si traduce: "Luogo del Cranio", e gli diedero da bere vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crociggono e si dividono le sue vesti, tirando a sorte su di esse per sapere chi e cosa prendere. Era l'ora terza quando lo crocifissero. E c'era l'iscrizione della sua condanna, che era stata scritta: Il re dei Giudei. Con lui crocifiggono anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra. Così si compì la Scrittura che dice: E' stato annoverato tra i malfattori. I passanti lo bestemmiavano e, scuotendo il capo, esclamavano: "Uhà, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso e scendi dalla croce!" Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: "Ha salvato altri, non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo in lui". Anche i crocefissi insieme con lui lo ingiuriavano.

 

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matteo apostol250

Matteo 27, 33-54

In quel tempo, quando i soldati giunsero al luogo detto Golgotha, che è detto Luogo del Cranio, gli diedero da bere vino misto con fiele ma, assaggiatolo, non volle bere. Quando l'ebbero crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte e, seduti là, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo avevano apposto il motivo scritto della sua condanna: Questo è Gesù, il re dei Giudei. Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra, l'altro a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: "Tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!" Nello stesso modo anche i sommi sacerdoti si prendevano gioco di lui; insieme agli scribi e agli anziani dicevano: "Ha salvato altri e non può salvare se stesso! E' re d'Israele? Scenda ora dalla croce e gli crederemo! Ha confidato in Dio? Lo liberi, se lo vuole; infatti ha detto: Sono Figlio di Dio!" Allo stesso modo lo ingiuriavano anche i ladroni che erano crocefissi con lui. Dall'ora sesta ci fu tenebra su tutta la terra fino all'ora nona. Verso l'ora nona, Gesù gridò con voce grande, dicendo: "Ilì, Ilì, lemà savachthanì!", cioè: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" Allora alcuni dei presenti, uditolo, dicevano: "Egli chiama Elia!" E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò a una canna, e gli dava da bere. Gli altri invece dicevano: "Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!" Poi Gesù di nuovo gridò con voce grande ed emise lo spirito. Ed ecco la cortina del tempio si lacerò in due dall'alto fino in basso, la terra si scosse, le rocce si spezzarono e i sepolcri si aprirono e molti corpi dei morti santi risuscitarono e usciti dai sepolcri dopo la sua risurrezione, entrarono nella santa città e apparvero a molti. Allora il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, avendo visto il terremoto e le cose accadute, furono molto spaventati e dissero: "Veramente costui era Figlio di Dio!"

 

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luca apost

Luca 23, 32-49

In quel tempo insieme a Gesù venivano condotti per essere giustiziati anche altri due malfattori. Quando giunsero sul posto detto Cranio, vi crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: "Padre, condona loro perché non sanno quel che fanno". E dopo essersi divise le sue vesti, le tirarono a sorte. Il popolo stava a guardare. I capi invece lo schernivano dicendo: "Ha salvato altri, salvi se stesso se è il Cristo, l'eletto di Dio!" Anche i soldati lo schernivano: si accostavano a lui per porgergli aceto e dicevano: "Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso!" C'era anche una scritta sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei. Uno dei malfattori appesi, lo bestemmiava dicendo: "Tu non sei il Cristo? Salva te stesso e noi!" Ma l'altro lo rimproverava: "Tu non temi Dio, tu che sei nella stessa condanna? Noi giustamente riceviamo il giusto per quel che abbiamo fatto; ma lui non ha fatto nulla di male". Poi aggiunse: "Gesù, ricordati me quando andrai al tuo regno". Gli rispose: "In verità ti dico: oggi sarai con me nel paradiso". Era quasi l'ora sesta e ci fu tenebra su tutta la terra fino all'ora nona perché il sole era scomparso. La cortina del tempio si squarciò nel mezzo e Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani depongo il mio spirito". Detto questo, spirò. Il centurione, avendo visto l'accaduto, glorificava Dio dicendo: "Veramente questo uomo era giusto". E tutte le folle accorse per questo spettacolo, avendo visto l'accaduto, se ne tornavano battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti e le donne che l'avevano seguito fin dalla Galilea assistevano da lontano, osservando questi avvenimenti.

 

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giovanni apost Giovanni 19, 25-37

In quel tempo stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Klopà e Maria Maddalena. Gesù allora, vedendo la madre e lì presente il discepolo che egli amava, dice alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!" Poi dice al discepolo: "Ecco la tua madre!" E da quell'ora il discepolo la prese con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, perché si adempisse la Scrittura, dice: "Ho sete!" Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto e fiele in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: "E' compiuto!" E reclinando il capo, rese lo spirito. Era la parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro rotte le gambe e fossero tolti. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera ed egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

 

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marco apostolo250

Marco 15, 43-47

In quel tempo Giuseppe d'Arimatea, nobile Consigliere, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da molto tempo. Informato dal centurione, donò il cadavere a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose nel sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria Maddalena e Maria madre di Iosì stavano a osservare dove veniva deposto.

 

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giovanni apostGiovanni 19, 38-42

In quel tempo Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodemo, quello che prima era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque, a motivo della parasceve dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino, deposero Gesù.

 

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matteo apost

Matteo 27, 62-66

Il giorno dopo, che è quello dopo la parasceve, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo: "Ci siamo ricordati, signore, che quell'impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò. Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché di notte non vengano i suoi discepoli, lo rubino e dicano al popolo: E' risuscitato dai morti. L'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!" Pilato disse loro: "Avete la guardia, andate e assicuratevi come sapete". Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.

 

Nota di redazione sulle Letture del giornoLe Letture del giorno pubblicate seguono il Calendario giuliano ecclesiastico.

 

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