Oggi esiste una grande quantità di materiale che sostiene di essere ortodosso e cristiano. Le principali case editrici pubblicano sempre più libri, e ogni giorno online spuntano nuovi articoli. Una pletora di canali offre opinioni che, eccetto che per la tonaca e la tazza da caffè kitsch del presentatore, sono indistinguibili da quelle di laici e attivisti, nonostante costoro utilizzino la parola "ortodosso" nel proprio titolo.
Il Signore ci avverte di «guardarsi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete» (Matteo 7, 15–16). Ci sono molti di questi frutti a cui guardare nella vita delle persone, ma quando si tratta di valutare le cose che leggiamo e ascoltiamo nei media, le parole sono i frutti chiave che possiamo usare per sapere e capire se chi parla o scrive sia una fonte ortodossa affidabile, che parla con lo stesso spirito e la stessa mente dei Padri della Chiesa o se, al contrario, si tratti di qualcuno che parla con le proprie idee e con lo spirito secolare e progressista dei tempi in cui viviamo.
Quali sono alcune di queste parole? Potremmo iniziare analizzandone tre:
Interpretazione — Quando si tratta di comprendere le Sacre Scritture, ciascuno dei Padri della Chiesa ha qualcosa da offrirci sul significato di un dato evento. Nel loro insieme, i Padri della Chiesa ci forniscono la “Sacra Tradizione” che, come un'orchestra fatta di tanti strumenti diversi, suona come un unico brano musicale armonioso attraverso molti secoli. Proprio come uno strumento, o anche [la voce di] un solo santo, che a volte può suonare una nota stonata nel mezzo di un'orchestra, a volte un Padre della Chiesa potrebbe aver espresso un'opinione che è molto lontana dal consenso della Sacra Tradizione. Anche nei casi in cui tali affermazioni non sono eresie, se non parlano in armonia con il resto della Santa Tradizione, possono essere semplicemente errori, o l'opinione personale del santo. Poiché si distinguono e non sono in armonia con la Sacra Tradizione, tali idee o “interpretazioni” non hanno alcuna autorità nella Chiesa.
Il termine "interpretazione" diventa qui molto scivoloso, poiché è spesso usato per tracciare una linea comune tra le parole della Sacra Tradizione, le opinioni (e anche gli errori) di alcuni Padri della Chiesa e certe eresie condannate, come il Nestorianesimo (Concilio di Efeso, 431 d.C.) o Monofisismo (Concilio di Calcedonia, 451 d.C.). Pertanto, gli insegnamenti che sono stati stabiliti dai Concili della Chiesa come errori e [che sono] contrari alla fede ortodossa, sono posti sullo stesso livello della Sacra Tradizione, il tutto per "scopi di discussione". Questo è un trucco accademico, che sacrifica lo spirito del Cristianesimo ortodosso allo spirito del relativismo secolare. A livello personale (in una conversazione, per esempio), l'"interpretazione" sarà talvolta usata per mettere fuori uso coloro che difendono la Sacra Tradizione, con battute del tipo: "Beh, questa è solo la tua interpretazione". Non appena udiamo una frase del genere, dovrebbe suonarci una campanella d’allarme.
Dialogo — Molto è stato detto sull'uso improprio di questa parola negli ultimi anni, all'interno della Chiesa ortodossa. La maggior parte dei Cristiani ortodossi ha radici abbastanza solide da poter comprendere che l'uso del "dialogo" da parte degli attivisti eterodossi è come un cuneo per aprire un assalto alla vita spirituale ortodossa dall'interno. In modo evidente, le accademie e i siti web omofili [pro-LGBT] che si definiscono ortodossi usano liberamente il termine "dialogo", sollevando ancora una volta la domanda che l'apostolo Paolo sollevò secoli fa: «Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele?» (2Cor 6, 15). Coloro che si impegnano in tali attività citano l'amore, l'evangelizzazione e l'unificazione delle "Chiese", il quale è un tipo di ragionamento errato che proviene dal cuore dell'uomo, e contro il quale il Signore ci ha messo in guardia (Lc 5, 22). Spetta ai nostri vescovi e sacerdoti identificare, denunciare e reprimere tali bestemmie contro la Chiesa di Cristo, ma la responsabilità non è solo loro: tutti i fedeli condividono la stessa responsabilità di far conoscere agli altri fedeli le strategie impiegate in tali “dialoghi” e di avvertire, proteggere e pregare per coloro che potrebbero esserne colpiti spiritualmente.
Triggerato ‒ Un vecchio detto dice che non sono gli altri ad offenderci, ma piuttosto siamo noi che ci offendiamo. È il caso della contemporanea reazione al "triggeramento", che è forse la caratteristica più anticristiana della nostra epoca. Questa reazione incontrollata a un evento esterno indesiderato è proprio il tipo di sfida spirituale a cui ogni Cristiano ortodosso dovrebbe prepararsi: custodire i sensi e combattere le passioni. Sentirsi “triggerati” perché un'altra persona dice qualcosa che offende la nostra sensibilità politica o qualche identità personale è l'opposto di quello che è la lotta Cristiana. Una cosa è essere brontoloni o perdere il temperamento: questo è semplicemente un peccato, che richiede pentimento. Tutt'altra cosa è il sostenere quell'ideologia anticristiana secondo cui si è giustificati nella propria isteria, che il proprio capriccio coleroso sia normale per un essere umano maturo (per non parlare di un Cristiano ortodosso). Ogni Cristiano, specialmente un sacerdote o un monaco, che sostiene questa passione, sta promuovendo una risposta al mondo [che è] contraria al Vangelo. Se ascoltiamo o leggiamo una persona "Ortodossa" che usa un termine del genere (tranne che per scherzo o nel linguaggio comune - qui stiamo parlando del sostenere l'ideologia "del triggeramento") dovrebbe suonarci un altro campanello d’allarme; tale persona non vede il mondo principalmente attraverso la lente della Fede ortodossa, ma ha sostituito la croce a tre braccia con l'attivismo. Una persona simile, con ogni probabilità, non è una buona fonte di consigli Cristiani ortodossi [sul Cristianesimo ortodosso].
Vi è un certo numero di altre parole che potrebbero anche essere un segnale di avvertimento, a seconda del modo in cui vengono usate o ridefinite dagli oratori contemporanei. Parole come immaginazione, orgoglio, amore e identificazione sono come finestre sulla mentalità di un oratore o scrittore, e spesso la dicono lunga sulla visione del mondo spirituale ‒ e sulla profondità dell'Ortodossia ‒ che si riceverà da costoro.
Traduzione libera a cura di Viorel Bivol
Collaboratore occasionale - Sono nato nel 2001 a Cahul, città nel sud della Repubblica Moldova. Sono cresciuto in una famiglia credente. Nelle grandi feste, io e mia madre andavamo alle funzioni religiose; le icone erano appese nelle stanze; c'era l'acqua santa. La comunione e la preghiera prima dei pasti erano obbligatorie. per hristos.it
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Fonte: orthochristian.com/146210.html
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