In una società tecnocratica le persone perdono il senso di responsabilità verso se stesse e verso il prossimo. Nel nostro caso, è in corso la formazione di una mentalità tecnologica, che considera l'uomo come un mero oggetto del sistema e lo tratta di conseguenza. Perfino Hegel parlò dell'uomo come un burattino della storia, ma oggi questa posizione è stata iperbolizzata e, a quanto pare, l'uomo è "un burattino irrimediabilmente arrogante".
Al giorno d'oggi viene scritto molto a riguardo del transumanesimo e il movimento stesso è divenuto da tempo un paradigma ideologico, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Quando parliamo di un sistema ideologico, prima di tutto non dovremmo fare riferimento all'opinione che ne ha comunemente la società, ma alle origini di tale sistema. Quindi, ad esempio, se giudichiamo il Cristianesimo non dalle parole e azioni di Cristo, ma da quelle di chiunque si definisca Cristiano, ci imbatteremmo in una marea di insensatezze, senza arrivare all'essenza. Ecco perché, se vogliamo capire com'è il transumanesimo e vedere la sua essenza anticristiana, dobbiamo fare riferimento agli scritti che trattano la sua linea politica, il primo dei quali è forse la Dichiarazione Transumanista1. Questo è molto importante, dal momento che oggi molti sognatori ad occhi aperti, facenti parte della sfera informatica, predicono un futuro cibernetico e gioioso per tutti noi, senza rendersi conto che un albero cattivo produce frutti cattivi (Mt 7, 17).
Un documento importante che riflette le finalità e gli obiettivi del transumanesimo è la Dichiarazione Transumanista. La sua versione originale fu compilata nel 1998, e da allora ha subito una serie di modifiche e aggiunte, fino all'edizione finale nel 2009. In quanto a dimensioni, si tratta di un piccolo ma alquanto specifico documento, grazie al quale possiamo capire che minaccia sia il transumanesimo per il Cristianesimo e per l'umanità in generale.
I primi punti della Dichiarazione parlano del potenziale non sfruttato dell'umanità e della presunta vittoria tecnologica futura sulle malattie e sull'invecchiamento. È interessante notare che qui viene considerata anche la possibilità per l'uomo di lasciare la terra e colonizzare altri pianeti. Vale la pena notare che il secondo punto parla di possibili scenari positivi per lo sviluppo dell'umanità, seguendo il percorso suggerito dai transumanisti. Apparentemente, ora che la tecnologia si sta sviluppando a un ritmo esorbitante e molti soldi vengono investiti nei loro progetti, i transumanisti non hanno un singolo scenario definito nel raggiungere i propri obbiettivi. A dirla tutta, i punti 3 e 4 della Dichiarazione sembrano riconoscere l'esistenza di questo problema e parlano della necessità di studiarlo; il discorso però andrebbe affrontato prima di mettere in atto un piano, e non nel mezzo del processo. Ricordiamoci che nella storia dell'umanità vi sono stati molti casi in cui l'abuso della tecnologia ha portato a conseguenze molto deplorevoli.
Sfortunatamente, oggi si sentono molti commenti entusiastici sul "brillante futuro tecnocratico e cibernetico dell'umanità", e ben poco criticismo serio e costruttivo. La tecnologia è satura di un pericolo piuttosto grave, che il teologo e fisico americano Ian Barbour (1923-2013) chiamò "incontrollabilità". Il problema sta nel fatto che, già ad oggi, alcune forme di I.A. sono parte di un'unica rete interconnessa e autosufficiente, che vive di vita propria. Questo ci dice che la singolarità, ovvero la digitalizzazione della coscienza umana e la creazione di un'intelligenza artificiale super-potente in grado di auto-svilupparsi, come descritta dal matematico britannico I. J. Good (1916–2009), ha smesso di essere una fantasia lontana e sta diventando una realtà completamente realizzabile. In questo caso, il critico pessimismo è meglio di un riservato ottimismo, perché i transumanisti dimenticano che la tecnologia può "liberarsi" e portare a conseguenze imprevedibili: «Alcuni critici affermano che la tecnologia non è solo una serie di strumenti adattabili all'uso dell'uomo, ma una forma di vita a sé stante... con la propria logica e le proprie dinamiche. Le sue azioni sono involontarie e imprevedibili. [...] Abbiamo messo in moto una forza che non possiamo controllare. L'individuo si sente impotente di fronte a un tale sistema monolitico.»2
I punti 5 e 6 della Dichiarazione affermano che la conservazione della vita e della salute, l'alleviamento della sofferenza umana, l'ampliamento dell'intelletto e della responsabilità morale, e il rispetto dei diritti individuali e della dignità di tutte le persone nel mondo dovrebbero essere considerate questioni urgenti e attivamente finanziate. Possiamo notare come queste dichiarazioni sembrino molto attraenti, ma dietro la loro “brillantezza” si cela dell'astuzia. Se gli obiettivi del transumanesimo sono ridotti a formulazioni pragmatiche, si riducono al desiderio di controllare interamente la materia e il proprio essere. Tuttavia, il raggiungimento di questi obbiettivi coinvolgerà solo coloro che accetteranno l'uso della tecnologia su di loro stessi, mentre quella parte dell'umanità che rifiuterà questa visione del mondo e l'uso di tali pratiche sarà riconosciuta come "subumana" o come un "esperimento fallito”3. È già chiaro oggi che la tecnologia avanzata è una cosa piuttosto costosa, e che solo un numero limitato di persone molto ricche ha accesso a questi strumenti avanzati. Questa situazione è apertamente riconosciuta dai sostenitori del transumanesimo stesso, quindi sarà completamente naturale se, in questa nuova stratificazione sociale, i rappresentanti dell'élite facoltosa diventeranno dei “post-umani”. Ciò solleva una domanda completamente logica: che ne sarà di quella parte della popolazione globale che non vuole o non può permettersi di utilizzare questa tecnologia avanzata? La risposta sembra essere abbastanza ovvia. Possiamo osservare già oggi l'attuazione di un piano di sfruttamento che si manifesta nella promozione di «relazioni familiari anormali tra uomo e donna; uso delle donne come mezzo o strumento per la produzione di bambini per i ricchi; imposizione della pianificazione delle nascite; promozione degli aborti; installazione di microchip nelle persone al fine di controllarle interamente; introduzione dei robot di tipo androide; promozione del diritto all'eutanasia»4 (in alcuni paesi l'eutanasia infantile è già stata legalizzata e si stanno attuando dei piani per usarla come 'mezzo per combattere la povertà').
Inoltre, una società di sfruttatori tecnocratici porterà alla depersonalizzazione dell'uomo: "«Quando le persone si sentono come ingranaggi in una macchina ben oliata, le comunità vere e proprie e le interazioni interpersonali sono minacciate»5. In una società tecnocratica le persone perdono il senso di responsabilità verso se stesse e verso il prossimo. Nel nostro caso, è in corso la formazione di una mentalità tecnologica, che considera l'uomo come un mero oggetto del sistema e lo tratta di conseguenza. Perfino Hegel parlò dell'uomo come un burattino della storia, ma oggi questa posizione è stata iperbolizzata e, a quanto pare, l'uomo è "un burattino irrimediabilmente arrogante", che non è in grado di imparare niente. Dove siete voi filosofi, grandi e piccoli, che avete scritto del poter scegliere e del "libero arbitrio"? Qualcuno adesso osa affermare che queste due cose esistono? Quando solleviamo i problemi critici che vi sono al momento e chiediamo una riflessione su dove stiamo andando a finire, ci sentiamo urlare addosso da ogni parte: «Stai zitto! Lui (il progresso) è il nostro nuovo dio, e non può essere fermato»6. Alla luce di quanto precede, i punti 7 e 8 della Dichiarazione suonano abbastanza beffardi. Cito: «Sosteniamo il benessere di tutti gli esseri senzienti, inclusi gli umani, gli animali non-umani, le eventuali intelligenze artificiali future, le forme di vita modificate o quelle intelligenze alle quali il progresso tecnologico e scientifico darà origine. Vogliamo dare alle persone un'ampia scelta personale su come vivere la propria vita»7. Già oggi possiamo osservare come le persone che non sono d'accordo con la digitalizzazione di alcune aree della vita possono perdere una serie di diritti e libertà. Inoltre, nella citazione di cui sopra vediamo che umani, animali e... “le intelligenze artificiali” sono messi ontologicamente sullo stesso piano. La negazione della gerarchia tra gli esseri, che rende l'uomo come nulla di più che uno degli anelli nello sviluppo del mondo, è da lungo tempo un attributo dei transumanisti. La situazione è tale, che costoro sono persino tranquilli riguardo alla possibile distruzione totale dell'umanità da parte di una potentissima intelligenza artificiale, che essi percepiscono come una forma di vita qualitativamente nuova e più avanzata, a cui dobbiamo dare una "schedina vincente" per il futuro. A dispetto della sua odiosità, questa idea viene ora diffusa tra le masse, ad esempio attraverso il cinema (vedasi il film Ex Machina). Inutile dire che tutto questo è in contrasto con l'escatologia Cristiana e, alla luce dell'insegnamento del Vangelo, risulta ideologicamente imperfetto. Per molti Cristiani tutto questo è ben chiaro.
Anche attraverso una breve lettura della Dichiarazione Transumanista, risulta palese non solo il carattere anti-cristiano, ma anche quello anti-umano del transumanesimo. Non possiamo fermare lo sviluppo della tecnologia in cui vengono investiti oggi miliardi di dollari, ma possiamo quantomeno comprendere i processi che sono in atto, e parlarne con coloro che sono ancora in grado di ascoltarci. L'ultima parola sarà di Dio Onnipotente.
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Note
1 http://humanityplus.org/philosophy/transhumanist-declaration/
2 Fonte della citazione: https://www.giffordlectures.org/books/ethics-age-technology/chapter-1-views-technology; Fonte russa originale: Barbour Ian. Ethics in the Age of Technology. Moscow: Biblical Theological Institute of St. Andrew the Apostle. 2001. pp. 13–14.
3 Grechkina E. N. Transhumanism--the Worldview of the Twenty-First Century or a Civilizational Threat to Humanity // Humanitarian, Socio-Economic and Social Sciences. No. 8. Krasnodar, 2015. P. 36.
4 Ibid.
5 Barbour Ian. Ethics in the Age of Technology. Moscow: Biblical Theological Institute of St. Andrew the Apostle. 2001. P. 13.
6 Kutyrev V. A. Gone with Progress: the Eschatology of Life in the Technogenic World. St. Petersburg: Aleteyya, 2016, p. 126.
7 https://www.humanityplus.org/the-transhumanist-declaration
Traduzione libera a cura di Milo (Giovanni) Felletti
Collaboratore — Sono nato nel 1993 a Bologna, città che mi ha visto crescere e dove tuttora risiedo. Nel 2018 ho iniziato a leggere il Nuovo Testamento e al termine di un percorso, durato 15 mesi, sono stato battezzato nella Chiesa ortodossa col nome di Giovanni. per hristos.it
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Fonte: orthochristian.com/150294.html?fbclid=IwAR3T_OAY1w11DTALIGAJRY9ccbsFD_-vBkuNJKukuPtycwUfjM9wMn8h6qQ
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