Quando noi uomini rispettiamo tutte le creature di Dio, avanziamo nel Regno dei Cieli – Agli inizi del ripristino dell'unità dell'intero cosmo caduto, Cristo uscì nel deserto e «Stava tra le bestie selvatiche e gli angeli Lo servivano» (Marco 1, 13). Le creature celesti e quelle terrene, destinate a diventare la nuova creazione nel Dio-Uomo Gesù Cristo, si radunarono attorno a Lui.
Pochi giorni fa siamo stati costretti, come comunità, a decidere che cosa fare di una delle nostre anatre. Il papero, chiamato "Ser Francis Drake" dal monaco Peter (il quale si occupa delle nostre galline e anatre), è stato visto aggredire una delle nostre galline. Non era la prima volta che lo faceva, ma questo episodio è stato particolarmente brutale. Seppur il gallo sia intervenuto, afferrando il papero per il collo e tirandolo via, quest'ultimo ha attaccato la gallina una seconda volta, causandole una grave ferita alla testa.
Il papero stava diventando sempre più aggressivo, e sapevamo di dover intervenire. Dato che le nostre anatre e galline sono allevate per le loro uova, uccidere l'anatra non era un'opzione. Quando le galline superano l'età massima da deposizione, permettiamo loro di “ritirarsi”, ma non le uccidiamo mai per il cibo.
Alla fine ho deciso che l'unica buona opzione fosse rimuovere il papero, e portarlo giù al porto per liberarlo. Ho pensato: «Essere vicino al porticciolo è certamente una buona soluzione», dal momento che il papero avrebbe potuto unirsi alle anatre selvatiche che si affollano sul bordo dell'acqua, e avere una buona vita, al sicuro.
Dopo aver messo il papero in una grande scatola, ho guidato verso il porticciolo di Dockton, assieme a padre Peter, che teneva la scatola in grembo. Purtroppo, le cose non sono andate come avevo pianificato. Poco dopo aver liberato l'anatra sulla riva, due germani reali maschi gli sono volati incontro, facendola fuggire verso l'interno del parco in preda al panico. Fu quello il momento in cui vidi il papero, allevato come anatra domestica e quindi incapace di volare, precipitarsi dentro al parco con un germano reale alle calcagna.
L'ultimo avvistamento che ho avuto di Ser Francis Drake è stato mentre attraversava la strada sopra il parco, dirigendosi verso la foresta di Dockton, dove un cartello sul sentiero indica agli escursionisti di fare attenzione ad orsi e leoni di montagna. Era quasi buio, e la vista di quell'anatra addomesticata che si addentrava nella notte, per la prima volta da sola, mi riempì di tristezza. Quella notte non sono riuscito a dormire, e sono rimasto sveglio quasi tutto il tempo, con l'immagine di Ser Francis Drake che "si dirigeva verso l'esilio", da solo, e non sapendo perché il suo popolo lo avesse abbandonato in quel modo, rimuovendolo dall'unica casa che avesse mai conosciuto. Il mio piano di rilasciarlo in libertà, pensando che sarebbe stato felice, era ovviamente andato storto.
Non sono riuscito a far sparire dalla mia testa l'immagine di quell'anatra nera, maestosa com'era, che correva da sola verso la foresta buia. Ho continuato ad essere torturato da questa immagine, un'immagine della quale non mi sono ancora liberato, perché amo davvero gli animali e non avrei mai voluto causare dolore o paura a creatura alcuna, in modo intenzionale.
La nostra comunità monastica decise inizialmente di allevare polli perché lessi a riguardo della produzione industriale di uova, con le galline costrette a vivere in piccole gabbie, senza poter mai provare la libertà di vagare liberamente - come Dio le ha progettate. Indipendentemente da dove compriamo le nostre uova e la nostra carne, dovremmo sempre farlo con un cuore premuroso, per non essere responsabili della sofferenza di nessuna delle creature di Dio.
Agli inizi del ripristino dell'unità dell'intero cosmo caduto, Cristo uscì nel deserto e «Stava tra le bestie selvatiche e gli angeli Lo servivano» (Marco 1, 13). Le creature celesti e quelle terrene, destinate a diventare la nuova creazione nel Dio-Uomo Gesù Cristo, si radunarono attorno a Lui.
C'è un riferimento mirato a questo ripristino nella vita di Sant'Isacco il Siro; egli scrisse: «L'uomo umile si avvicina agli animali selvatici e, nel momento in cui lo vedono, la loro ferocia è domata. Essi gli si avvicinano e si aggrappano a lui in quanto loro padrone, scodinzolando e leccandogli mani e piedi. Dell'uomo fiutano la stessa fragranza che proveniva da Adamo prima della trasgressione, quando tutti si radunarono attorno a lui in Paradiso, ed egli diede a ciascuno un nome. Questa fragranza ci fu portata via, ma Cristo la ha rinnovata, e ce l'ha restituita con la sua venuta. È questo che ha addolcito la fragranza dell'umanità.»
In altre parole, la stato di sembianza con Dio in Cristo, al quale Isacco era arrivato, gli permise di stare con le bestie selvagge - proprio come Adamo quando le nominò una ad una. E io sospetto che la ragione per cui gli animali domestici sono così importanti per noi umani, sia che ci aiutano nel nostro viaggio di ripristino della parentela tra le due diverse parti della creazione. I nostri animali domestici diventano come tutti gli animali furono agli inizi, quando Adamo fu incaricato di nominarli.
Quando l'uomo si distende assieme al gatto, o al cane, o al pollo (per parafrasare Isaia), aiuta un poco l'avanzamento del Regno, lavora per ricreare un poco di Paradiso, e quindi dà un nuovo significato ad alcuni compiti umili, come ripulire il pollaio o la lettiera.
Infine, come ha affermato il metropolita Kallistos Ware, «Gli animali erano con Adamo ed Eva nel Giardino dell'Eden, quindi perché non dovrebbero essere anche nel Paradiso?»
In auto, passando per l'ultimo posto in cui ho visto Ser Francis Drake, ho fatto il segno della croce, benedicendolo perché possa vivere il resto della sua esistenza in pace, e senza paura. Che Dio possa far avverare ciò.
Con affetto in Cristo,
Egumeno Tryphon
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Fonte: blogs.ancientfaith.com/morningoffering/2020/04/all-of-gods-creatures/?fbclid=IwAR0AlgHco0ryE7u-RPDHiPph5mKax2YvJwhCnUNWjK03wIRXpucUPc_kT7g
La rubrica in italiano, L'Offerta del mattino, nasce con la benedizione di p. Tryphon
Traduzione libera a cura di Milo (Giovanni) FellettiCollaboratore — Sono nato nel 1993 a Bologna, città che mi ha visto crescere e dove tuttora risiedo. Nel 2018 ho iniziato a leggere il Nuovo Testamento e al termine di un percorso, durato 15 mesi, sono stato battezzato nella Chiesa ortodossa col nome di Giovanni. per hristos.it
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