L'importanza del preservare la nostra Fede Ortodossa per la prossima generazione - Nella mia opinione, il rimedio per prevenire un altro grande esodo dei nostri giovani, è intraprendere uno sforzo per aiutarli ad abbracciare l’Ortodossia come propria. Ciò significa che devono essere in grado di comprendere i servizi e, poiché è improbabile che i giovani d'oggi imparino lo slavo ecclesiastico o il greco liturgico, dobbiamo accettare che è venuto il momento di fare i servizi in inglese.
Quando le parrocchie finiscono per chiudere, non è solo perché i giovani si sono trasferiti altrove e gli anziani sono scomparsi. Il problema è molto più serio di così. Vedendo un numero sempre maggiore di immigrati che entrano nelle nostre parrocchie, spesso con il chiaro desiderio di preservare la propria identità russa, possiamo facilmente cadere preda della convinzione che le nostre chiese abbiano fondamenta solide e che prospereranno anche nelle prossime generazioni. Presi dalla gioia di vedere le nostre chiese gremite per le Liturgie Domenicali, ci dimentichiamo dei precedenti afflussi di immigrati, i cui figli, da adulti, si sono americanizzati a tal punto da vedere la Fede Ortodossa come una cosa che importava solo ai loro genitori e ai loro nonni, ma priva di significato per loro stessi.
Nella mia opinione, il rimedio per prevenire un altro grande esodo dei nostri giovani, è intraprendere uno sforzo per aiutarli ad abbracciare l’Ortodossia come propria. Ciò significa che devono essere in grado di comprendere i servizi e, poiché è improbabile che i giovani d'oggi imparino lo slavo ecclesiastico o il greco liturgico, dobbiamo accettare che è venuto il momento di fare i servizi in inglese. La Chiesa antica vedeva la lingua del popolo come un veicolo per insegnare la fede e trasmettere l'Ortodossia alle generazioni successive. I santi Cirillo e Metodio aiutarono gli slavi a ricevere l'Ortodossia traducendo i servizi in una lingua comprensibile per i fedeli. La lingua greca non rimase quindi la lingua liturgica nelle terre dei neo-illuminati popoli slavi.
Credo che lo slavo ecclesiastico abbia un suo ruolo poiché, come lingua franca, può essere un punto di unità, soprattutto se utilizzato nelle concelebrazioni tra le genti slave di diversa nazionalità. Lo slavo ecclesiastico e il greco liturgico sono entrambe lingue bellissime che hanno il loro posto nella vita della Chiesa. Tuttavia, il fatto che la maggior parte dei laici non comprenda queste lingue (al di là delle parti utilizzate durante ogni servizio), dovrebbe essere un campanello d'allarme. Se le parti mutevoli del servizio non vengono comprese neanche dai fedeli che sono nati Ortodossi, che messaggio stiamo dando ai nostri figli e ai visitatori potenzialmente interessati all'Ortodossia? L'attaccamento romantico ad una lingua antica non è sufficiente, se vogliamo che la Fede si trasmetta al cuore e alla mente e che diventi il pilastro della nostra vita. I cattolici romani scoprirono questa verità quando abbandonarono il latino come lingua abituale della Messa, a favore del volgare, e il cambiamento ha funzionato molto bene in quei luoghi dove la Messa viene servita con la dignità e la tradizione dell’antico rito occidentale.
I primi missionari sapevano quanto fosse importante adattarsi alle popolazioni locali, quando evangelizzavano, e permetterono ai nuovi convertiti di conoscere davvero la Fede Ortodossa.
Proprio come avvenne quando i santi Cirillo e Metodio portarono l'Ortodossia al popolo della Rus' di Kiev, i nostri figli devono essere in grado di comprendere i servizi e apprendere la Fede. I nostri figli devono capire perché facciamo le cose che facciamo, perché digiuniamo e perché preghiamo da quasi duemila anni nel modo in cui lo facciamo. Se questi cambiamenti non verranno implementati dalle parrocchie locali, i nostri giovani vedranno l’Ortodossia come niente più che una religione bizzarra di un’epoca passata, priva di significato per la loro vita di americani moderni, e si allontaneranno dalla Fede.
Poiché a un sacerdote è consentito celebrare una sola liturgia al giorno, l'introduzione della liturgia in inglese dovrebbe essere graduale, con una domenica dedicata all'inglese e quella dopo allo slavo ecclesiastico o al greco. Un'altra possibilità per il periodo transitorio potrebbe essere quella di celebrare il servizio utilizzando in parti uguali sia l'inglese che lo slavo o il greco.
La rubrica in italiano, L'Offerta del mattino, nasce con la benedizione di p. Tryphon
Traduzione libera a cura di Giulia Maria LeoniCollaboratrice per hristos.it
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Fonte: abbottryphon.com/the-preservation-of-orthodoxy
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