Con la morte di Cristo, abbiamo guadagnato la vita – Mentre veneriamo la santa tomba di Cristo con paura e tremore, lodiamo il Signore, Che divenne solo perché noi non fossimo soli; Che fu abbandonato perché noi non fossimo abbandonati.
In definitiva, tutto è transitorio e non c'è vera sicurezza in questa vita. Questa pandemia, insieme al collasso finanziario della nostra economia, sta privando innumerevoli famiglie americane delle loro case, e il futuro non sembra luminoso.
La maggior parte di noi non possiede nemmeno la propria casa, perché le tasse e i mutui sono una sorta di affitto, e ci rendono vulnerabili alle banche e al Dow Jones [indice azionario della borsa di New York]. Tutto in questa esistenza può scomparire in un momento. Anche la nostra stessa vita può finire bruscamente e senza preavviso. Eppure, come Cristiani, continuiamo ad andare avanti, abbracciando tutto ciò che Dio ci ha posto davanti. La preoccupazione per il futuro ci impedisce di concentrarci sull'orizzonte e di confidare che Dio è con noi in ogni fase del cammino.
Questa vita ci è stata data come un tempo di preparazione per la vita eterna, che è la nostra eredità in quanto figli di Dio. La natura transitoria di questo mondo finirà quando il Regno di Dio sarà inaugurato e tutti noi staremo in piedi davanti al Grande Trono del Giudizio di Dio. La perdita, il dolore e la sofferenza in questo mondo non saranno stati vani, se abbracciamo ogni cosa come un'occasione per la trasformazione dell'io. Per stare alla presenza di Dio per l'eternità è necessario essere deificati [vedi Theosis], e lo scopo di tutte le sofferenze della vita è quello di aiutare a prepararci per un'eternità di comunione con la Santissima Trinità.
Il metropolita Ilarion Alfeev, presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, ha ben detto: «Mentre veneriamo la santa tomba di Cristo con paura e tremore, lodiamo il Signore, Che divenne solo perché noi non fossimo soli; Che fu abbandonato perché noi non fossimo abbandonati; Che attraversò insulti e beffe, calunnie e umiliazioni, sofferenze e morte, così che in ogni nostra sofferenza potessimo sentire che non siamo soli, ma che il Salvatore stesso è con noi 'fino alla fine dei secoli'».
Con affetto in Cristo,
Egumeno Tryphon
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